INFEZIONE DA PAPILLOMAVIRUS. MA È GRAVE?

Vedo Caterina entrare in ambulatorio con aria scattante. Passo rapido, movenze apparentemente sicure, ma che nascondono tutte le ansie tipiche dei vent’anni, quando tutto sembra possibile e la vita devi solo afferrarla tra le mani per farne ciò che vuoi. Getta lo zainetto in un angolo sul pavimento e mi si siede di fronte. Per prima cosa ci tiene a ricordarmi che non vedeva l’ora che arrivasse il giorno della visita, dato che da oltre un anno studia all’università di un’altra città e non sempre trova il tempo di tornare come le piacerebbe.

Il motivo dell’ansia, mi spiega, è un fastidioso prurito intimo accompagnato dalla recente scoperta, lavandosi, di alcune “bollicine” sui genitali di cui non riesce a spiegarsi la natura. Ha provato anche a cambiare un paio di detergenti, ma senza sortire alcun effetto. A volte il prurito lascia il posto a un vero e proprio bruciore, con fasi altalenanti, spesso acutizzato anche dal semplice contatto con gli indumenti. Dopo alcune brevi domande di rito, la faccio accomodare sul lettino ginecologico per la visita. La prima impressione è che tutta l’area genitale sia piuttosto infiammata, come in una banale vulvovaginite, ma ciò che mi lascia perplesso è proprio la presenza di quelle piccole “bollicine” di cui mi parlava, sei o sette in tutto, in quanto, ad un’osservazione più attenta, rivelano la loro reale conformazione; è più quella di piccole verruche cutanee, piccole come lenticchie, rosate o trasparenti, rilevate e talvolta riunite “a grappolo” (definite anche “a cavolfiore”). Il sospetto viene confermato dalla colposcopia, un’indagine che attraverso l’ingrandimento di un apposito microscopio (colposcopio) consente, anche mediante la colorazione conferita da reagenti specifici applicati sulle lesioni, di studiarle a forte ingrandimento per definirne meglio la natura: si tratta di condilomi (condilomi acuminati). Spiego di cosa si tratta.

“I condilomi sono verruche che interessano gli organi genitali, comunemente causate da un virus chiamato HPV, che significa Virus del Papilloma Umano (diffusissimo in tutto il mondo). Possono comparire sui genitali esterni o interni, particolarmente sul collo dell’utero”. “E come vengono?” mi chiede alquanto meravigliata. “Mediante contagio diretto da una persona che ne è affetta. Hai avuto rapporti sessuali non protetti da profilattico?”. “Si, qualche volta” è la sua risposta, come mi aspetto sempre in questi casi. “L’unica vera protezione contro l’HPV – le spiego- che è uno dei responsabili più frequenti delle cosiddette Malattie Sessualmente Trasmesse, è l’uso costante del preservativo ad ogni rapporto sessuale. Il virus passa da una persona all’altra, anche quando le lesioni non sono ancora evidenti, cosa che può richiedere mesi o addirittura anni prima che si manifestino. “Posso anch’io trasmetterlo a mia volta?”. “Si, purtroppo” è la mia risposta. “Tieni presente, ad ogni modo, che l’infezione può anche essere trasmessa a livello dell’asta del pene, dell’inguine o del perineo, aree quindi non ricoperte dal profilattico. Può inoltre trasmettersi all’interno della bocca e della gola durante il rapporto orale”. “Ed è pericoloso per la mia salute?”. A questa domanda devo rispondere con sufficiente chiarezza, ma senza suscitare eccessivo allarmismo, che in una giovane donna può facilmente trasformarsi in vero e proprio stato ansioso, se non proprio angoscia. “Adesso la prima cosa che faremo è definire quale ceppo virale ha causato l’infezione. Faremo un HPV-test per sapere se è un virus ad alto, medio o basso rischio. Questo ci guiderà nella scelta dei successivi controlli. Nel frattempo, eliminiamo i condilomi così starai bene”. “Ma ad alto rischio di cosa?!….”. ”L’ HPV può dare, a seconda del sierotipo, condilomi o essere causa diretta del carcinoma della cervice uterina, come lo sono gli HPV 16 e 18. Il carcinoma della cervice uterina è il secondo più frequente tipo di tumore femminile, ma il primo riconosciuto dall’OMS come totalmente riconducibile a un’infezione. Essendo però un tumore maligno che si sviluppa solo in alcune donne e in un tempo molto lungo, anche di anni, non c’è nulla da temere se si segue un programma di controlli periodici, in quanto s’interviene sempre con largo anticipo, prima che le cellule infettate possano trasformarsi in cellule tumorali. Ben diverso è, invece, il caso di una donna che non effettua una visita ginecologica o un paptest per diversi anni, poiché può scoprire il cancro della cervice in fase già più avanzata”. Si stima che nel mondo almeno il 75% delle donne sessualmente attive si infetti con un virus HPV di qualunque tipo nel corso della propria vita, e che oltre il 50% si infetti con un tipo ad alto rischio oncogeno. In ogni caso, la maggior parte delle infezioni (fra il 70 e il 90%) è transitoria, perché il virus viene eliminato dal sistema immunitario prima di sviluppare un effetto patogeno. La probabilità che l’infezione evolva verso la persistenza sembra dipendere dal tipo di virus, ed è più elevata per i tipi ad alto rischio, come l’HPV 16.

Caterina annuisce. Si riveste in silenzio e torna a sedersi di fronte alla mia scrivania.

Mentre mi sforzo di mantenere un atteggiamento calmo e rassicurante, cercando di mostrare il massimo ottimismo nella completa risoluzione del suo problema, immagino già quali pensieri comincino ad agitarsi nella sua mente. Pensieri e dubbi del tipo “Guarirò? Avrò una vita normale? Avrò gravidanze? Ci saranno ripercussioni sulla mia vita sessuale, presente e futura? Quando mi sarò contagiata? Sarà successo con il mio ragazzo attuale o con quello precedente? Dovrò dirglielo? Come glielo dico? Lo dirò ai miei genitori?”. Per questo motivo ribadisco più volte i concetti. So che mentre parlo la mente vola altrove. Cerco di riportarla con i piedi per terra. Le mostro immagini a supporto delle mie spiegazioni. Racconto casi di altre persone che si sono risolti nel migliore dei modi. Le raccomando di salvaguardare lo stato del suo sistema immunitario, conducendo una vita sana. Infatti, l’HPV, come la maggior parte degli agenti patogeni, approfitta di stati di debilitazione del nostro sistema immunitario. Evolve quando le nostre difese sono basse, per esempio nei periodi di forte stress. Tende a regredire quando il nostro sistema immunitario funziona a dovere. Fino a scomparire del tutto. Molto spesso dopo i trattamenti non si trova più traccia del virus nell’organismo. Anche l’HPV-test ritorna negativo. La guarigione in tal caso è avvenuta. “È questa, Caterina, la meta che dobbiamo raggiungere”. “Ok. Grazie, dottore”.

L’ansia non è sparita, è chiaro. Però adesso uno spiraglio di positività si è aperto. Un sorriso affiora sul suo giovane viso. Ed è già un ottimo inizio.

 

 

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